Durante i suoi cinquant'anni di regno come "imperatrice della moda", Diana Vreeland (1903-1989) è stata capace di abbagliare il mondo con una visione unica dello stile. Prima dalle pagine di "Harper's Bazar", poi da quelle di "Vogue America" (di cui era caporedattrice e da cui fu inopinatamente licenziata nel 1972), infine come direttrice del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York. Il film, presentato alla 68a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, disegna un profilo quasi del tutto inedito che svela le mille sfaccettature di una donna dallo stile unico, che non ha creato tendenze ma addirittura le ha anticipate di un secolo; e che ha dato vita, luce e fama, ai miti pop più famosi del Novecento. Ha lanciato Twiggy, consigliato Jackie O, attraversato i momenti, i luoghi, i fenomeni di costume più importanti del secolo, dalla Parigi della belle époque alla New York dei ruggenti anni venti, dalla swinging London all'America di Kennedy, dall'invenzione del bikini all'avvento dei blue-jeans.

Libro "Diana Vreeland - Le avventure di un occhio inquieto" di Luca Scarlini, 80 pag